Via Trinità
98057
Capo Milazzo - Milazzo (ME)
Sicilia - Italia
PER VOSTRA INFORMAZIONE IL PROMONTORIO DI CAPO MILAZZO E' STATO INSERITO DA TEMPO NEL'ELENCO DEI S.I.C. (Siti di Importanza Comunitaria) CON IL CODICE “ITA030032 Capo Milazzo”.
Apre al pubblico Capo Milazzo
Dal 7 dicembre alle ore 10,00 inaugurato il sentiero naturalistico che si estende dalla riviera di levante a quella di ponente in Contrada Baronia, della Fondazione Barone Lucifero di s.
Nicolò di Capo Milazzo. Il sito Rete Natura 2000 rientra nella zona Sic ITA 030032 Capo Milazzo.
Il progetto condiviso con la Fondazione Lucifero, dopo un protocollo d’intesa sottoscritto tra i due Enti, si inquadra in quel processo virtuoso che ha visto protagonista l’Azienda Foreste
Demaniale Regionale di Messina a guida del Dirigente Arch. Giuseppe Aveni, che con tutti i suoi tecnici ed addetti ai lavori, è riuscita in meno di sei mesi a redigere un progetto a farlo
approvare e successivamente a farlo finanziare ed eseguirlo con la manodopera dei lavoratori forestali stessi.
Il progetto nasce da un bando comunitario, PSR Sicilia 2007/2013 – Misura 227 azione B, riservato alle Aziende Forestali per interventi mirati in zone protette nel recupero della Biodiversità ed
in questo caso specifico per il ripristino del sentiero Sic da tempo abbandonato che è stato riportato al suo splendore e pertanto oggi può essere fruito da tutti.
La progettazione prima e la esecuzione dei lavori dopo, ha visto la particolare dedizione da parte del dr. Giovanni Cavallaro, Dirigente dell’Azienda FF.DD. che ne ha curato i minimi dettagli con
il direttore dei Lavori Geom. Michele Villafranca unitamente ai capi operai Longo e Catalfamo e con tutti i vari lavoratori forestali dell’Azienda Foreste.
Lungo i percorsi recuperati sono stati apposte delle tabelle con le indicazioni di percorso che individuano le zone storiche di Capo Milazzo, tra questi la Baia di S. Antonio (riviera di
Ponente)che con il suo sentiero conduce alla torretta ottagonale del 1895, per poi risalire e chiudere il cerchio ed uscire nei pressi della stradella che immette in Contrada Paradiso di fronte
il Faro. Lungo il percorso, tra l’esplosione della vegetazione spontanea, le bianche rocce e l’azzurrissimo mare che, baciato dal sole, risalta la sagoma attraente delle vicine e fascinose isole
Eolie. Le centinaia di ulivi secolari disseminati nella sterminata proprietà privata dei baroni Baeli-Lucifero, la “Baronia”, risaltano ancor più la mediterraneità dei luoghi con tutta la sua
Biodiversità. Il visitatore lungo il percorso, rischia di rimanere stordito dalla straordinaria bellezza dei panorami e persino dei fondali marini, esplorabili attraverso immersioni subacquee
mirate alla conoscenza della fauna e della flora marina e delle meravigliose grotte sottomarine. Molta attenzione è stata riservata fin dalla sua fruibilità la possibilità di circumnavigare il
promontorio del Capo, attraverso percorsi verticali ed orizzontali riconducibili con il viottolo che conduce fin dentro il Laghetto di Venere, in passato raggiungibile solo dalla riviera di
Levante.
Percorrendo l’estremità della penisola milazzese lungo il versante di Ponente ci si imbatte invece nelle meravigliose sinuosità della Baia di S. Antonio, ove sorgeva l’omonima Tonnarella, dei cui
fabbricati rimangono avanzi nella spiaggetta raggiungibile da un sentiero che s’imbocca lungo la passeggiata panoramica e che conduce ai resti della torretta ottagonale, deliziosa costruzione
neogotica del 1895 (ing. Pasquale Mallandrino), residenza estiva di un aristocratico milazzese, per lungo tempo creduta erroneamente una torre militare d’avvistamento, funzione che verisimilmente
ebbe invece l’altra (cosiddetta “Torre Longa”) visibile nella strada che conduce al Santuario rupestre di S. Antonio da Padova. Ed è proprio nella spiaggetta e nel sentiero appena citati che è
possibile osservare reperti archeologici saldatisi da millenni agli scogli ed ancora le rocce, le stratificazioni geologiche e le conchiglie fossili che hanno attirato sin dalla prima metà
dell’Ottocento l’attenzione di autorevoli geologi e malacologi, come attesta peraltro il monumento a Giuseppe Sequenza eretto alcuni anni or sono nella soprastante passeggiata, in prossimità
della “Torre Longa”.
Per la fruizione del percorso di ponente si deve accedere attraverso i cancelli della Fondazione Lucifero ed è possibile percorrere, a piedi, il sentiero della Baronia, dove tra gli ulivi
secolari ed i vigneti del “Mamertino” ci si può affacciare per gustare la selvaggia bellezza di Punta Mazza, con annessa spiaggetta di Renella, raggiungibile dal mare. Il sentiero che conduce a
Punta Messinese, l’estremità del Promontorio e della penisola milazzese. Qui gli ulivi selvatici caratterizzano il paesaggio, con ai loro piedi le giallognole distese in fiore del “Crysantenum
coronarium”, pianta spontanea tipica del Capo. Non mancano gli eleganti fiori bianchi della pianta del cappero, che vegeta indisturbata anche nelle antiche muraglie della cittadella fortificata,
con la quale la Baronia condivide pure le tane ed i cunicoli di furbissimi coniglietti selvatici che scorazzano qua e là. Uno straordinario punto panoramico rialzato - dove non ci si può
sottrarre dallo scattare una buona fotografia ricordo o dall’osservare i volatili in cielo (barbagianni, piccione torraiolo e gheppio, per citarne alcuni di quelli visibili tutto l’anno) -
coincide con l’inizio della lunga scalinata che discende sino ai deliziosi “laghetti”, posti nella punta estrema della penisola, dove a sinistra è possibile ammirare lo Scoglio della Portella (o
“Carciofo”), che mostra evidenti i segni delle erosioni provocate dal continuo sbattere delle onde, mentre a destra campeggia il suggestivo viso di pietra, scultura naturale ricavata nella bianca
roccia, oltre la quale si apre la grotta marina di Gamba di Donna, che trae la propria denominazione da una selce che dal soffitto s’immerge in mare.
Particolare attenzione è stata rivolta anche ai soggetti autosufficienti inabili che attraverso il percorso in piano possono godere della loro autonomia nella fruizione del sentiero naturale
protetto arredato con panche, tavoli in legno, costruiti con materiale recuperato in situ, unitamente a fontanelle artistiche, particolari in legno, scolpite all’uopo.
Lo scopo comune tra Fondazione Lucifero ed Azienda Foreste è stato raggiunto recuperando e mettendo in sicurezza i percorsi Sic del Sito rete Natura 2000, per valorizzare le bellezze
naturalistiche del Capo Milazzo e restituirli a tutti i fruitori che durante l’estate diventano anche internazionali.
una STORIA di Capo MIlazzo
Storia di un giorno antico di Stefano Crisafulli
Alba di primavera del 260 a.C. capo Mylae osserva, celandola alla vista da occidente, una flotta di 120 liburne Romane. Sono in agguato, i messaggeri hanno annunciato che 130 navi Puniche sono salpate da Palermo per riconquistare queste terre. Un Console romano, Gaio Duilio, sul cassero dell’ammiraglia, accarezza con lo sguardo questo promontorio che lui stesso ha conquistato difendendolo dalle incursioni di Cartagine. La flotta romana ha da poco subito una grave sconfitta nel mare di Lipari, perdendo 17 navi, e i Punici, grandi marinai, stanno avanzando nuovamente per sconfiggere definitivamente chi ha osato sfidarli sul mare. I Romani nel frattempo hanno costruito armi innovative e si preparano ad usarle. Hanno modificato i rostri per speronare, le baliste per scagliare frecce ed arpioni, ma soprattutto hanno installato sulle prue di tutte le liburne delle passerelle mobili con in testa un grande artiglio d’acciaio, è il “Corvo” che dovrà immobilizzare le navi abbordate e permettere il passaggio dei legionari, imbattibili su qualcosa che somigli alla terra ferma. Gaio Duilio, osserva le correnti, la secca del capo, che oggigiorno chiamiamo di ponente, sa che a mezza mattinata si alzerà la brezza di levante e prepara la sua strategia. Alcune ore dopo, le vedette poste su punta Messinese, aiutate dal sole sorgente alle loro spalle, segnalano a largo di capo Tindari la flotta Cartaginese, Gaio Duilio fa muovere immediatamente la flotta verso il largo, vuole avere il vento di levante alle spalle e spingere verso terra le navi Cartaginesi per non farle manovrare. I Punici non curanti di tutto questo, certi della loro superiorità sul mare e disprezzando questi soldati di terra, non assumono nessuna precauzione. Un errore fatale, la flotta Punica viene annientata, prima dell’imbrunire tutto è concluso, 50 navi compresa l’ammiraglia sono state distrutte, altre danneggiate o catturate, il resto della flotta Cartaginese fugge a occidente, ritorna il silenzio. In questa giornata, la meravigliosa lingua di terra chiamata, capo Mylae, ha visto, in assoluto, la prima vittoria Romana sul mare. La potenza navale di Roma e il dominio del Mediterraneo, futuro “Mare Nostrum” Romano, nascono qui, davanti le nostre coste.