Nacque a Milazzo l'8 ottobre 1887. Capitano di lungo corso della Marina mercantile, il 17 marzo 1912 fu nominato sottotenente di vascello di complemento della Riserva navale. Nel primo conflitto mondiale, dal giugno 1915 alla fine del 1916 venne destinato alla difesa marittima di Grado dove, agli ordini del capitano di corvetta Filippo Camperio prima e del capitano di fregata Alfredo Dentice di Frasso poi, si distinse particolarmente, ottenendo anche una medaglia d'argento al valor militare.
Successivamente fu trasferito nella neonata squadriglia dei MAS, prendendo parte a varie missioni di guerra. Fra queste si ricordano:
Volontario fiumano nel 1919, nel 1920 lasciò il servizio attivo con il grado di capitano di fregata. Nel 1925 assunse la presidenza della Società di Navigazione Eolia di Messina, carica che manterrà fino al 1948. L'anno successivo fondò a Genova la Calatimbar, società tra armatori, esportatori e spedizionieri, che aveva lo scopo di imbarcare tutte le merci in partenza da quel porto. Alla Calatimbar parteciparono anche privati quali la Fiat ed Enti pubblici come il Consorzio del porto e le Ferrovie dello Stato. Negli anni successivi fu anche nominato Presidente della Cassa Marittima e infortuni e malattie della Gente di Mare, dell'Unione Italiana Sicurtà Marittima e della Società Anonima di navigazione Aerea.
Con regio decreto di concessione del 25 ottobre 1932, e rr.ll.pp. del 20 giugno 1935, fu nominato Conte di Grado. Il predicato di Premuda[3] fu aggiunto al titolo comitale di Grado con r.d. motu proprio di concessione del 20 ottobre 1941. Nel 1936, volontario, partecipò alla guerra d'Etiopia; il 18 giugno 1936 fu nominato ammiraglio di divisione della Riserva Navale per meriti eccezionali.
Il 10 giugno 1940, allo scoppio delle ostilità, chiese di rientrare in servizio e si occupò della lotta antisommergibile nel Canale di Sicilia; fu dispensato dal servizio nel gennaio del 1941, assumendo la carica di Presidente del Lloyd Triestino. Il 20 febbraio 1942 fu nominato Presidente dei Cantieri Riuniti dell'Adriatico; dopo l'8 settembre 1943 ordinò il sabotaggio dei transatlantici e dei piroscafi affinché non cadessero in mano tedesca. Per questa sua direttiva venne trasferito dalla Gestapo in Austria, prima nel carcere di Klagenfurt e successivamente nel soggiorno obbligato a Hirschegg, dove fu raggiunto dalla figlia Maria Guglielmina.
Rimpatriato al termine del conflitto, morì a Roma il 27 giugno 1951 due mesi dopo un'operazione per un tumore al polmone. L'operazione fu effettuata dal professor Raffaele Paolucci[4], suo grande amico, che durante la Grande Guerra era stato il protagonista con il maggiore del genio navale Raffaele Rossetti dell'affondamento nel porto di Pola della corazzata austriaca Viribus Unitis.